Se almeno una volta nella vita siete stati da un dentista, vi sarete sentiti dire la frase (o l’ avrete letta sulle pareti dello studio) “prevenire è meglio che curare”.

Si tratta quasi di un dogma, che i dentisti seguono alla lettera e ripetono come un mantra ai propri pazienti. Un messaggio che contiene una verità inoppugnabile dal punto di vista scientifico. Molte malattie dei denti infatti si possono prevenire seguendo una prassi adeguata: lavandosi con continuità i denti e passando il filo (se necessario), recandosi periodicamente da uno specialista e soprattutto seguendo le indicazioni che egli ci fornisce.

Molte persone rischiano di procurarsi danni ingenti ai denti quasi esclusivamente per averli trascurati: in questo modo si può andare incontro a patologie serie e che richiedono un esborso economico notevole per le cure.

Anche per queste ragioni è in costante aumento il numero delle persone che cercano un clinica odontoiatrica in Croazia: una soluzione che permette di risparmiare molto denaro per le risolvere le problematiche legate ai denti.

Primi sintomi ai denti: come e quando intervenire in modo poco invasivo

Recarsi immediatamente dal dentista quando si avvertono i primi sintomi di un disturbo dentale è importante per evitare che il disturbo stesso sfoci in qualcosa di più grave.

Ma non è detto che si debba necessariamente intervenire in maniera drastica.

L’odontoiatria sta facendo infatti passi da gigante anche per quanto riguarda gli interventi mini invasivi, che mirano ad affrontare il problema in maniera diretta e mirata ma senza stravolgimenti.

Lo spunto per parlare di odontoiatria mini invasiva ci giunge direttamente dal congresso nazionale della Accademia Italiana di Odontoiatria Microscopica, che si è svolto qualche mese fa a Napoli.

In questa sede sono stati messi in evidenza tutti i metodi per affrontare alcune patologie legate ai denti attraverso un approccio differente ma non meno efficace.

Vediamo insieme alcuni esempi.

Affrontare le carie in maniera mini invasiva

Un intervento limitato, che miri a lasciare immutata la struttura dentale del paziente pur andando in fondo al problema.

E’ questo lo scopo principale che si prefigge l’odontoiatria mini invasiva.

Ma come si agisce nello specifico?

Per affrontare una carie, ad esempio, si cerca di rimuovere esclusivamente la parte malata del dente. Lo scopo è di lasciare il dente la struttura dentale il più sana possibile: per farlo occorrono molta cura e strumenti adeguati (come i binocoli ingranditori e il microscopio operatorio), oltre chiaramente ad una grande manualità unità all’esperienza.

D’altra parte parliamo di un lavoro di fino, in cui è necessario ingrandire il campo (e qui l’importanza dei binocoli) perché bisogna lavorare in pochi millimetri di spazio.

Malattie parodontali

Anche le malattie parodontali (come la piorrea ad esempio) possono essere trattate con interventi mini invasivi.

Se fino a qualche tempo fa si riteneva indispensabile fare delle incisioni molto profonde sulla gengiva, adesso è invece possibile ridurre i tagli. Grazie al microscopio operatorio e alle punte per ultrasuoni si possono ridurre sia i punti di sutura da applicare, che il relativo disagio per il paziente.

Protesi

In passato si tendeva a devitalizzare tutti i denti ai quali dovevano essere applicate protesi.

Lo si faceva principalmente per fornire maggiore margine di manovra all’odontotecnico, che doveva applicare diversi strati di ceramica e metallo.

Adesso, grazie anche ai nuovi materiali interamente in ceramica, si può lavorare fornendo al paziente un aspetto estetico migliore e lasciando la struttura del dente il meno mutata possibile. Per questo l’utilizzo di grandi binocoli o altri attrezzi da parte del dentista non deve spaventare o essere considerato un “esercizio di stile”. Sono semplicemente i migliori metodi per la cura del paziente.