Che cos’è?

Il termine “Klebsiella” è stato coniato in onore del patologo tedesco Edwin Klebs che aveva fatto ricerche significative nel campo delle malattie infettive.

Klebsiella è un batterio gram-negativo a forma di asta non mobile  della famiglia Enterobacteriaceae che contribuisce alla flora naturale di esseri umani e animali; quando però sono presenti all’esterno dell’intestino questi batteri possono causare delle infezioni anche letali. Quando diventano patogeni questi batteri sono particolarmente presenti nel tratto respiratorio, intestinale e urogenitale; le malattie causate da klebsiella includono polmonite (malattia infiammatoria dei polmoni), infezioni del tratto urinario, spondilite anchilosante (artrite infiammatoria degenerativa), setticemia (infezione dell’intero corpo). Di norma le infezioni da  klesbsiella colpiscono le persone con sistema immunitario indebolito; per questa ragione la klebsiella è spesso presente nelle infezioni nosocominali, ovvero contratte dopo l’esposizione a un ambiente ospedaliero.

Klebsiella pneumoniae

La principale infezione, la klebsiella pneumoniae, è in grado di causare molte complicazioni; di solito questo batterio colpisce persone già indebolite da malattie croniche e a volte i sintomi passano in secondo piano sopraffatti da quelli della malattia in corso. Fra le malattie croniche più comuni c’è la polmonite, i cui sintomi sono febbre, dolore toracico, brividi, difficoltà di respirazione, la bronchite, con sintomi simili alla polmonite ma meno gravi, infezioni alle vie urinarie, sintomi bruciori, stimolo alla minzione frequente, urine scure e dense spesso con presenza di sangue, dolore al basso ventre.

Il sintomo caratterizzante l’infezione batterica da klebsiella pneumoniae è l’emottisi, cioè la tosse con sangue.

Quasi tutti i primi sintomi dell’infezione da klebsiella pneumoniae sono comuni a diverse malattie, il consiglio è quello di andare dal medico alla comparsa dei primi segnali poichè questo tipo di infezioni tendono a peggiorare molto velocemente e a portare a complicazioni anche gravi; inoltre  si deve consultare immediatamente il medico nel caso in cui questi sintomi compaiano pochi giorni dopo essere stati dimessi dall’ospedale poichè è proprio in queste strutture che si verifica la maggioranza dei casi di contagio.

La klebsiella pneumoniae può causare gravi infezioni che spesso sono fatali come cancrena, polmonite resistente ai farmaci, infezioni croniche nasali,infezioni del tratto urinario,bronchite,sono le infezioni più comuni causate da questi batteri in persone sensibili con sistema immunitario indebolito e nei bambini.

Klebsiella oxytoca

La klebsiella oxytoca è un batterio che si sviluppa di frequente nelle unità di terapia intensiva o nelle case di cura, è strettamente legato alla polmonite klebsiella (entrambi i batteri sono gram-negativi astiformi e causano tipi simili di malattie) e i batteri si diffondono facilmente sulle mani dei lavoratori ospedalieri; le persone più a rischio sono quelle affette da diabete, alcolismo, malattie croniche, broncopolmonari, pazienti che hanno avuto un trapianto di organi o di cellule staminali o di chirurgia generale. Altro fattore di rischio è l’uso di un tubo di alimentazione o di catetere che permette ai batteri di entrare nel corpo e di bypassare i suoi meccanismi di difesa; l’uso diffuso di antibiotici ha portato allo sviluppo di ceppi multiresistenti che sono molto virulenti e si diffondono rapidamente.

Una malattia sistemica che può essere causata da klebsiella oxytoca è la “batteremia”: i batteri colonizzano il sangue e si diffondono in tutto il corpo portando a shock settico, può essere fatale.

La klebsiella oxytoca può causare infezioni del tratto urinario: le infezioni possono diffondersi al rene e portare a insufficienza renale; se la malattia progredisce si può essere in pericolo di vita.

Entrambe le specie di questo batterio possono vivere all’interno del naso senza dare alcun sintomo, possono però migrare nei polmoni e causare polmoniti gravi. Il sintomo di questo tipo di polmonite è la tosse con un muco detto ”espettorato gelatina di ribes” per il suo aspetto spesso e mescolato con il sangue; la mortalità per questo tipo di polmonite è molto elevata, ciò dipende dalla combinazione di gravità della polmonite e dallo stato di salute delle persone che la contraggono.

Terapie

Le opzioni terapeutiche sono molto limitate: Gentamicina, Tigeiclina, Colistina, Fosfomicina, sono gli unici antibiotici che l’antibiogramma indica come attivi ma alcuni di essi hanno effetti collaterali e altri sono difficili da reperire; inoltre poichè non possiedono una rapida e spiccata attività battericida ed hanno un profilo cinetico-dinamico modesto, vengono usati in   associazione   ed ad alto dosaggio.

Sul fronte della prevenzione la sorveglianza continua e la stretta osservanza dei protocolli assistenziali (isolamento dei pazienti colonizzati o infetti, norme igeniche scupolose, ecc.) riveste un ruolo fondamentale.

I contenuti presenti nel sito sono a solo scopo informativo. Fate sempre riferimento alle indicazioni del vostro medico curante.

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