Soprattutto nel periodo estivo, ma anche nelle altre stagioni, può capitare di essere punti da un’ape. L’ape
a differenza della vespa che è più aggressiva, quando punge lo fa per difendersi; perde il suo pungiglione,
che si incastra sotto la pelle e causa la morte dell’insetto. Ora vediamo degli utili consigli in caso di
puntura d’ape.
COSA FARE IN CASO DI PUNTURA D’APE
Se si viene punti da un’ape, la reazione dell’organismo può essere arrossamento, bruciore e prurito, che
sono una normale reazione alla puntura, in quanto il pungiglione, rimasto sotto la pelle, per un po
continua ad iniettare veleno. In questo caso, basta rimuovere il pungiglione e detergere la zona
interessata.
Si possono anche applicare impacchi freddi col ghiaccio. Se sono disponibili, si possono
applicare sulla zona punta, farmaci adatti per le punture d’insetto o fitoterapici.
Se però si vede comparire un notevole gonfiore sulla zona della puntura, occorre recarsi in un presidio
medico, perché potrebbe trattarsi di una reazione allergica e andare incontro ad uno shock anafilattico.
Dunque, se dopo la puntura dell’ape, si vede comparire un gonfiore che supera i 10 centimetri di diametro
e una reazione anche in un’altra zona del corpo, bisogna recarsi subito da un medico.
COSA FARE SE SEI ALLERGICO
Per chi sa con certezza di essere allergico, il medico può valutare la possibilità di prescrivere subito una
terapia salvavita, cioè adrenalina da iniettare attraverso un dispositivo da portare sempre con sé, per
evitare lo shock anafilattico. In genere, in caso di allergia è anche consigliato di sottoporsi ad un vaccino,
efficace nella maggior parte dei soggetti. Il vaccino consiste nella somministrazione progressiva di veleno
purificato, a cui il soggetto è allergico. In questo modo, il soggetto è desensibilizzato e non presenterà più
reazioni allergiche alle possibili punture d’ape.